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Il mondo di Gabo in un fumetto


Gabo raffigurato alla sua macchina da scrivere

Memorie che riemergono grazie a un tratto di matita, disegni che vanno a comporre il quadro di uno dei più indispensabili autori che la letteratura mondiale del 900 possa vantare: Gabriel Garcia Marquez. A lui è dedicato il fumetto “Gabo. Memorie di una vita magica”, uscito in Italia lo scorso anno grazie a Tunuè Edizioni, con la traduzione di Alessandra Malvestio. Una graphic novel che ha tra l’altro vinto il premio come Miglior libro a fumetti dell’America Latina al Festival internazionale del libro di Buenos Aires 2014.

Un collage d'immagini dal libro Gabo

Quella gita ad Acapulco

Nel racconto c’è un condensato di episodi, con frequenti salti temporali, che tentano di offrire un quadro più nitido ed esaustivo possibile della vita del grande scrittore sudamericano, premio Nobel nel 1982. A partire da quella gita ad Acapulco, in macchina, con la moglie Mercedes e i due figli. Era il 1965. Lì Gabo, come lui stesso ha più volte raccontato, ebbe la sua prima intuizione che portò alla stesura di “Cent’anni di solitudine”, il suo capolavoro assoluto. Lì per la prima volta prese forma uno dei più celebri incipit della letteratura di tutti i tempi: «Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito».

Gabo e le sue farfalle di Cent'anni di solitudine

Il gioco delle coincidenze

Un progetto ambizioso quello di “Gabo. Memorie di una vita magica”. Che ha visto la partecipazione di quattro disegnatori e di uno sceneggiatore, chiamati a comporre e selezionare una mole impressionante di episodi pubblici e privati, sociali e politici, alternando questioni personali ad altre squisitamente letterarie. Oscar Pantoja lo sceneggiatore. Le altre quattro firme sono dei disegnatori Miguel Bustos, Felipe Camargo Rojas, Tatiana Córdoba e Julián Naranjo. Un lavoro di selezione imponente per andare a cercare, e poi a narrare, i punti di contatto tra la vita dello scrittore e la sua opera. In un gioco magico, appunto, di coincidenze e sovrapposizioni.

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